IL MAL DI SCHIENA LOMBARE DIPENDE DALLA SCHIENA?
in breve, la visione della più evoluta fisiologia, che studia il dolore cronico
Come sapete, thehealthbeingLab, fonda il suo modus operandi su solide basi di fisiologia e medicina Osteopatica. Una delle legge basilari dell’Osteopatia, coniata dal dott. A.T Still fin dal 1872, enuncia che:
«dove c’è il dolore non c’è il problema»
….. ed infatti, come risaputo, la Medicina Osteopatica interviene soprattutto sulle zone del corpo più indebolite, correlate alla zona del dolore, agendo solo minimamente sulla zona in sofferenza.
Questo concetto chiave, sperimentato empiricamente dagli Osteopati fin dalla fine dell’800, trova oggi pieno riscontro nell’orientamento della moderna fisiologia che studia l’origine delle malattie croniche.
In estrema sintesi ecco il meccanismo:
1.Uno o più eventi stressogeni di origine fisica o non fisica ( posture sbagliate, virus, malattie, cure farmacologiche, età, cattiva alimentazione, stress lavorativo, traumi emotivi, ecc.) causano un calo funzionale (non una malattia) del SNA (Sistema Nervoso Autonomo), la parte più antica del nostro cervello.
2.Il SNA, e l’asse HPA (asse Ipotalamico Pituitario Adrenergico) che gestiscono anche la qualità della nostra composizione corporea ( muscoli, percentuale di acqua, grasso e tipo di grasso corporeo, tenore vitaminico, sali minerali ecc), sequestrano lentamente alcune sostanze nutritive al corpo perché aumenta la spesa energetica per mantenerci in salute; quando siamo sotto stress, infatti, la richiesta energetica aumenta. Questa è la fase del disagio: non siamo ammalati, ma non stiamo neppure bene come una volta.
3.Il meccanismo di deplezione lenta e continua di sostanze nutritive modifica lentamente la composizione corporea:
-tendiamo ad ingrassare/perdere peso
-siamo meno efficienti
-riposiamo male
-digeriamo con difficoltà
-soffriamo di intestino pigro
-soffriamo di ansia /depressione/stati malinconici
-aumentano i dolori diffusi
Insomma, da questo punto in poi, è veramente facile passare dalla fase del disagio alla comparsa di una malattia vera e propria a carattere cronico, tra cui, per l’appunto, il classico dolore di schiena basso, la lombalgia.
Quindi, in questa visione, siamo sicuri che per curare veramente e stabilmente un qualsiasi dolore cronico come lombalgie, cervicalgie, algie alle articolazioni delle anche (coxalgie), dolori muscolari ecc. sia sufficiente far passare il dolore?
Certo, la diminuzione o l’eliminazione del dolore rappresentano la prima ed importante fase di cura, ma se non disinneschiamo le cause che ci hanno portato al disagio avremo solo « messo un piccolo cerotto».
Sarà, quindi, necessario agire sulle cause profonde, ovvero sul riequilibrio delle funzioni del SNA e sul recupero della composizione corporea; altrimenti, prima o poi, in un arco di tempo statisticamente certo, compreso tra i sei mesi ed i cinque anni, il problema si ripresenterà, purtroppo più grave di prima.
Vediamo quindi, come il veloce ghepardo – cioè la risposta rapida allo stress – e la lenta tartaruga – cioè la risposta lenta allo stress – agiscono per mantenerci in salute.
SIAMO TUTTI COME IL GHEPARDO
rapidissimi nelle risposte veloci durante lo stress improvviso ed acuto
Il sistema di risposta «fight or flight» (lotta o fuggi) è una reazione automatica e istintiva del corpo umano a una situazione percepita come minacciosa o stressante. Questa risposta si attiva per preparare il corpo a combattere la minaccia o a fuggire da essa.
Il sistema di risposta lotta o fuggi coinvolge diversi aspetti del corpo, inclusi il sistema nervoso autonomo e l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Quando il cervello percepisce una minaccia o uno stress, invia segnali al sistema nervoso autonomo, che è responsabile del controllo delle funzioni involontarie del corpo.
In risposta a uno stress acuto, il sistema nervoso autonomo attiva il ramo simpatico, che aumenta l’attività del corpo preparandolo per l’azione. Ciò comporta un aumento della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna, della respirazione e del flusso sanguigno verso i muscoli scheletrici, mentre, allo stesso tempo, riduce le funzioni non essenziali come la digestione o il pensiero cognitivo, la razionalità e la valutazione equilibrata della situazione.
La risposta lotta o fuggi è un meccanismo di sopravvivenza evolutivo che ha lo scopo di preparare il corpo a fronteggiare situazioni di pericolo imminente. Tuttavia, mentre può essere utile in determinate situazioni, come sfuggire a un predatore, può anche essere attivato in risposta a situazioni non pericolose della vita moderna, come gli esami, il traffico o le scadenze di lavoro. Questo può portare a un’attivazione cronica del sistema di risposta allo stress, che può avere effetti negativi a medio/breve termine sulla salute fisica e mentale.
È importante gestire lo stress in modo sano ed efficace per prevenire gli effetti negativi sulla salute. Ciò può includere tecniche di rilassamento come il biofeedback respiratorio, la meditazione, l’esercizio fisico regolare e la creazione di uno stile di vita equilibrato. In alcuni casi, può essere utile cercare il supporto di un professionista della salute mentale per affrontare lo stress in modo più specifico e individuale.
SIAMO TUTTI COME TARTARUGHE
lenti e pacati nel cambiamento
La risposta lenta del corpo allo stress è nota come “risposta di adattamento allo stress” o “risposta di rilascio prolungato”. Questa risposta si differenzia dalla risposta immediata e istintiva del sistema lotta o fuga.
La risposta di adattamento allo stress coinvolge principalmente l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e l’ormone cortisolo. Quando il cervello percepisce uno stress prolungato o cronico, l’ipotalamo produce l’ormone di rilascio della corticotropina (CRH), che, a sua volta, stimola l’ipofisi a produrre l’ormone adrenocorticotropo (ACTH). L’ACTH, poi, stimola le ghiandole surrenali a produrre cortisolo.
Il cortisolo è un ormone che svolge diversi ruoli nel corpo durante lo stress. Aiuta a regolare il metabolismo, a fornire energia al corpo, a modulare la risposta infiammatoria e a influenzare il sistema immunitario. La risposta di adattamento allo stress è un processo graduale che coinvolge l’aumento dei livelli di cortisolo nel sangue per aiutare l’organismo a far fronte allo stress prolungato.
Tuttavia, una risposta di adattamento allo stress prolungato può avere effetti negativi sulla salute se persiste per un lungo periodo senza un adeguato recupero. L’esposizione continua a livelli elevati di cortisolo può essere dannosa per il corpo e può contribuire allo sviluppo di problemi di salute come l’ipertensione, il diabete, i disturbi del sonno ei disturbi dell’umore.
È importante sottolineare che il sistema di risposta allo stress è complesso e coinvolge molti altri fattori oltre alla risposta immediata lotta o fuga e alla risposta di adattamento. Ad esempio, il sistema nervoso autonomo può anche innescare una risposta “congelare” o “congelare e placare” in situazioni di estremo stress.
In sintesi, la risposta lenta del corpo allo stress coinvolge principalmente il rilascio prolungato di cortisolo attraverso l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Questo processo di adattamento allo stress può influenzare vari aspetti della salute e richiede un equilibrio tra l’attivazione e il recupero adeguato per garantire il benessere a lungo termine.
I nostri protocolli di recupero della salute, sia per la cura ed il recupero dei dolori articolari che per i programmi di attività fisica, preparazione atletica o gestione dello stress ( Coaching&PNL), partono sempre dalla valutazione oggettiva dei sistemi sopra descritti:
-Il sistema gestito dal ghepardo – la qualità della vostra risposta veloce agli stress ( SNA)
attraverso analisi pletismografica del SNA
-Il sistema gestito dalla tartaruga – la qualità della vostra composizione corporea (ASSE HPA)
attraverso bioimpedenziometria per la composizione corporea e l’asse HPA
Attraverso tecniche di biofeedback – respiratorio – motorio – alimentare, validati e continuamente aggiornati, in accordo alle più recenti ricerche scientifiche sulla cura delle malattie croniche, potremo impostare il programma di recupero più efficace per la vostra salute.
PER APPROFONDIRE
Roberto Sapolsky:
“Perché le zebre non hanno le ulcere: una guida aggiornata allo stress, alle malattie legate allo stress e al coping” (2004)
“Comportati bene: la biologia degli esseri umani al meglio e al peggio” (2017)
Bruce McEwen:
“La fine dello stress come lo conosciamo” (2002)
“Effetti dello stress sul corpo” (2012)
Robert M. Sapolsky, Bruce S. McEwen, Elizabeth Gould:
“La neurobiologia dello stress: dalla serendipità alla rilevanza clinica” (2007)
Sonia J. Lupien, Bruce S. McEwen, Megan R. Gunnar, Christine Heim:
“Effetti dello stress nel corso della vita sul cervello, sul comportamento e sulla cognizione” (2009)