Ogni evento avverso, comunemente definito «stress», che altera il nostro stato di benessere, indicato in campo medico come «omeostasi», ha sempre come conseguenza una alterazione del ritmo respiratorio; è un’esperienza che tutti facciamo quando subiamo gli effetti di un pericolo di qualsiasi genere:
-una frenata improvvisa in automobile
-Essere in ritardo ad un importante appuntamento
-La diagnosi di una malattia
-La perdita del lavoro
-Un lutto
Al di là dell’intensità stressogena dell’evento la conseguenza è sempre e comunque una reazione del Sistema Nervoso Autonomo (SNA in Italiano, ANS Autonomic Nervous System, in Inglese) che a sua volta altera, secondo una logica di adattamento difensivo, molte funzioni fisiologiche:
-Frequenza cardiaca – aumenta
-Equilibri ormonali – aumentano il cortisolo e l’adrenalina
-Modificazioni della massa sanguigna – dalle estremità del corpo si sposta verso il centro.
-frequenza e la profondità del respiro – aumento della frequenza e diminuzione della profondità
Frequenza e profondità del respiro sono le funzioni più manipolabili per aiutarci a recuperare funzioni naturali alterate
Sopra sono elencati gli effetti di uno dei meccanismi fisiologici più antichi di sopravvivenza , comune a tutti gli esseri viventi definito «fight or fly» , attacca o fuggi.
E’ un meccanismo perfetto di fronte ad eventi che mettono in pericolo la nostra vita: il nostro corpo si prepara alla lotta o alla fuga, un processo che richiede una grande quantità di energia. Nella nostra epoca, questo meccanismo si è alterato perché gli eventi che realmente mettono in pericolo la nostra vita sono pochi, ( per fortuna!), mentre prevalgono gli eventi stressogeni di basso grado e continuativi. Parleremo di questo adattamento alla prossima occasione.
IL RESPIRO, LA FUNZIONE PIU’ MANIPOLABLE
Come detto prima, se il respiro è una funzione gestita dal SNA, potremo quindi gestire il SNA partendo dal respiro!
L’effetto sarà quindi inverso rispetto allo schema precedente:
-Frequenza cardiaca – diminuisce
-Equilibri ormonali – diminuiscono il cortisolo e l’adrenalina
-Modificazioni della massa sanguigna – ridistribuzione della massa sanguigna.
-frequenza e la profondità del respiro – diminuzione della frequenza ed aumento della profondità
In estrema sintesi si creerà un effetto benefico IMMEDIATO su:
-Cuore
-Circolazione
-Equilibri ormonali
-Respirazione
-Capillari
-Pressione artero/venosa
-SNA
-Cervello
Se la tecnica di biofeedback respiratorio sarà ripetuta ogni 6 ore circa avremo la copertura sulle ventiquattro ore!
Si riuscirà a creare questo effetto altamente curativo solo se l’esecuzione della tecnica di biofeedback sarà centrata . Per ottenere questo effetto sarà necessaria la personalizzazione della tecnica respiratoria, tale processo implica l’analisi attenta di tutti i parametri misurabili attraverso fotopletismografia multicanale (PPG).
Di seguito alcuni dei parametri considerati in fase di costruzione del «biofeedback ideale»:
LF Low Frequency: indicatore dell’attività simpatica, (la componente «attivante» del SNA), ha strette relazioni con l’area cardiaca, rappresenta la componente più «sana» del SNA
VLF: Very Low Frequency: indicatore dell’attività dei processi più lenti del sistema nervoso simpatico, delle influenze degli organi viscerali sulla termoregolazione, del sistema delle emozioni e le interferenze emotive sul nervo vago; rappresenta tutte le retroazioni viscerali. Quando è eccessivamente dominante rispetto alle frequenze LF tende ad alterare l’omeostasi ( gli equilibri di salute), aprendo la strada al disagio fisico e/o psicologico e quindi alle malattie.
THM: Traube Hering Mayer: funzione legata al fisiologico aumento della pressione artero/venosa in inspirazione e diminuzione durante l’espirazione
RMSSD: Root Mean Square of the Successive Differences
indice clinico della variabilità cardiaca del sistema parasimpatico (la componente del SNA dedicata al recupero dell’energia), correlata al nervo vago ed al sistema immunitario
RSA: Respiratory Sinusoidal Arhythmia
indice clinico attestante la coordinanazione tra impulsi nervosi efferenti al cuore dal SNA ed il principale muscolo respiratorio, il muscolo diaframma del torace.
QUANDO E’ INDICATO IL BIOFEEDBACK RESPIRATORIO
-Nei casi di dolore cronico
-Dopo un trauma acuto, di origine fisica o psicologica
-Per accelerare il recupero durante o dopo una malattia
-Nei casi di burn-out
-Iperattività
-Depressione
-Nelle malattie cardiologiche e pneumologiche
-Insonnia
-Stanchezza cronica
-Performance sportiva
-Performance intellettuale
-Osteopenia, osteoporosi
-Prevenzione
-Aumento delle riserve salutistiche
Riferimenti scientifici
Stress and inflammatory biomarkers and symptoms are associated with bioimpedance measures. Tsigos C, Stefanaki C, Lambrou GI, Boschiero D, Chrousos GP. Eur J Clin Invest. 2015 Feb;45(2):126-34. doi: 10.1111/eci.12388. Epub 2015 Jan 12.
George P Chrousos, Nektaria Papadopoulou-Marketou, Flora Bacopoulou, Mariantonietta Lucafò, Andrea Gallotta, Dario Boschiero Photoplethysmography (PPG)-determined heart rate variability (HRV) and extracellular water (ECW) in the evaluation of chronic stress and inflammation Hormones (Athens), 2022 Jan 14. doi: 10.1007/s42000-021-00341-y.
Increased extracellular water measured by bioimpedance and by increased serum levels of atrial natriuretic peptide in RA patients-signs of volume overload. Straub RH, Ehrenstein B, Günther F, Rauch L, Trendafilova N, Boschiero D, Grifka J, Fleck M. Clin Rheumatol. 2017 May;36(5):1041-1051. doi: 10.1007/s10067-016-3286-x. Epub 2016 Apr 26.
MUS ® – Medically Unexplained Symptoms Self-Evaluation n.2012001626, 2012 – BioTekna – Italy